domenica 20 gennaio 2013

Ultimo disco della Maschera di Cera


Le Porte del domani

La Maschera di Cera, con la sua ultima fatica, mi ha piacevolmente sorpreso.
Nulla è trapelato di quest'ultimo lavoro, fino all'uscita quando, già dalla copertina, s'è capito tutto, ma forse niente.
Che io sappia è il primo caso in cui un gruppo odierno prende un concept famoso e conosciuto in tutto il mondo e ne propone un andamento alternativo all'originale. Ma andiamo con ordine.
Parliamo prima della misica.
La Maschera di Cera, si sa, è dichiaratamente un progetto per omaggiare il prog italiano dell'epoca d'oro. Un progetto così potrebbe essere criticato e lo sarebbe stato se non fosse per il “mestiere” e il cuore dei suoi componenti, che sopperiscono con la loro “arte” a qualsiasi critica di mancanza di idee o cuore.

Ma con quest'ultimo lavoro mettono a tacere anche I detrattori più accaniti.
Non ho mai sentito, da amante delle Orme, un omaggio così rispettoso e nello stesso tempo originale, al lavoro della band di Mestre.
La suite segue pedissequamente la strada tracciata dall'originale: in ogni canzone si respira, non solo per le citazioni presenti, ma anche per l'atmosfera, l'aria dell'originale.
E,badate bene, senza che questa sembri minimamente scopiazzata: Felona e Sorona è veramente la base ispiratrice e nulla più delle composizioni dell'album.
Non solo, la presenza del flauto e del sax, arricchisce (e non sminuisce) il substrato musicale costruito.

Si diceva che si segue, come movimenti, quelli dettati dall'originale, così Ritorno dal nulla, ci introduce proprio come in “Sospesi nell'incredibile” alla realtà dei due pianeti, che hanno fatto sognare I fan del prog per tutti questi anni. Non è il caso di fare paragoni con l'originale, ripeto, è altra cosa, I primi minuti sembrano quasi un'Overtoure di citazioni dell'album originale, poi il cantato, il flauto e tutto il dna della Maschera di Cera emerge e convince. Finisce il primo brano e come nell'originale si confluisce in una ballata che questa volta ci descrive una guerra. E' un bel pezzo che giustamente è stato premiato da un video, e se fossi un discografico lo farei diventare il singolo dell'album. Un po' come Felona, la chitarra la fa da padrone, è un pezzo “semplice” ma importante: moderno pur restando classico, non so come altro descriverlo e come abbiano fatto a comporlo così. Tanto di cappello.
Ma ho descritto questo brano perché vale anche per il resto del disco, sebbene, diciamolo, gli altri brani tornano ad una matrice più complessa come giustamente il concept narrato pretende.
Il basso, il sintetizzatore, I fiati tutto studiato nei minimi particolari per farti un buco al cuore.
E' difficile non rimanere impressionati dall'amalgama creata.
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Pubblicizzato come la “continuazione” di Felona e Sorona, sarebbe più onesto dire che è una “rilettura” del concept originario. Un peccato perché sarebbe potuto essere veramente una continuazione, accettando la distruzione dei pianeti e la necessaria creazione di altri due (Dio ha bisogno dei suoi sudditi) dove le cose potevano andare diversamente in “memoria” di Felona e Sorona.

Ma va bene così, alla fine sono solo chiacchiere e ne ho sentiti di concept fatti anche peggio. Quello che conta è che questo cd, è continuamente nelle mie orecchie da una settimana e sono sicuro che farà la gioa di vecchi e nuovi followers del prog.

Altamente consigliato!

Spero che gradirete le quattro chiacchiere sul concept nella pagina a lui dedicata.
Buona lettura.

martedì 15 gennaio 2013

2013!

Cari,
con la dovuta calma, vi porgo i miei più sinceri auguri di un felice 2013!
Vi scrivo per informarvi un po' di quanto ho intenzione di scrivere nel prossimo futuro.
A breve usciranno sul Rotters alcune mie cose (una recensione di Victim of the Sky di Copernicus,
di un concerto degli Stick Men tenuto recentemente a Napoli), ma veniamo alle cose che ho intenzione di scrive per questo blog in anteprima (rispetto al Rotters). Anzi a dirla tutta alcune cose resteranno solo qui, visto che non coinvolge strettamente la sfera di interessi del Rotters.
E' il caso di "Canzoni dell'appartamento" di Morgan, un analisi di questo lavoro pregevolissimo e che mi ha meravigliato non poco (e ovviamente con il dovuto ritardo rispetto la sua uscita).
Caso strano poi è quello di "Ovunque Proteggi" di Vinicio Capossela, un disco prog camuffato da disco d'autore, o il viceversa, devo ancora decidere.
Scriverò poi di Kate Bush, cercherò di analizzare prima separatamente e poi insieme i suoi due ultimi lavori (escludendo "director's cut").
Insomma penso che questo riuscirò a scrivere per voi quest'anno. E' poco? E' tanto? Non importa, alla fine ormai ho capito che questo blog può aggiornarsi solo quando è possibile!
E come diceva qualcuno, (vediamo se qualcuno indovina) "I'll do what I can do".
Buona lettura.

mercoledì 17 ottobre 2012

Copernicus

Si potrebbe cominciare  e non finire più. E' un mito, è un poeta, un filosofo, per molti un povero illuso.
Ad ogni modo un personaggio che, una volta conosciuto e compreso il suo messaggio, diventa molto interessante e forse il sorriso che certe sue affermazioni produce può lasciare posto ad una serena riflessione su cosa effettivamente siamo.

A breve recensirò sul Rotters' club, e anche su queste pagine, un altro suo lavoro discografico oltre che ad un suo dvd che riporta una performance del nostro a Praga nel 1989.
Leggendo i testi, comunque, in questi lavori (precedenti a Disappearance ) l'idea della non esistenza non ancora caratterizza fortemente il suo messaggio, lasciando il posto a riflessioni più comuni.
Appena ascoltato e visto vi saprò dire.

Nel frattempo, spero vi faccia piacere l'analisi che ho inserito nell'apposita pagina. Buona lettura.

Montag

domenica 23 settembre 2012

Piccolo addeddum su "La buona novella"

Ho inserito la mia descrizione della Buona Novella di De André.
Molte cose, per motivi di spazio, di estrema sintesi non sono apparsi in questo scritto.
La verità è che mi ricorda tante cose: con questo disco cominciai a fare attenzione ai testi.
Normalmente, e penso sia atteggiamento diffuso, il testo è sempre in secondo piano rispetto alla musica.
E fino all'ascolto di questo disco, anche io non sapevo cosa mi diceva quel Selling England by the pound che mi piaceva tanto o quell'Animals che tanto mi faceva compagnia mentre studiavo.

Da allora non solo mi sono avvicinato ai testi musicali, ma anche alla letteratura cominciando ad apprezzare quei dischi che dicevano "qualcosa" di interessante.
Inutile dire che i dischi di De André sono tutti, sotto questo aspetto, molto interessanti, ma ora quando ascolto un brano di qualsiasi lingua (anche kobaiano) non riesco ad apprezzare appieno la musica se non ho la comprensione del testo.

Già tutto questo fa capire quanto questo disco sia stato importante per me. Ma non ci si limita alla nascita di un interesse: questo disco per me è stato molto pedagogico.
La catechesi è stata rivista con la lente di questo disco e anche certi peccati, chiariti visto che per pudore l'unica cosa che diceva il sacerdote era "non ti toccare" senza neppure dare una spiegazione.

Poi ci sono i ricordi. Ormai comincio ad avere quell'età in cui certe cose diventano lontane e da rimpiangere anche se ricordo bene quanto sia  difficile l'infanzia. C'è il ricordo di mio padre in poltrona, di mia madre e di una vita e atmosfera che ora non c'è più per forza di cose.

Insomma questo disco è "Tanto". Mi farebbe piacere se vorrete leggere il mio scritto ed eventualmente lasciare un vostro commento.

mercoledì 5 settembre 2012

In attesa di una sistemazione adeguata

Sto cercando una formula adeguata per rendere quanto più fruibile possibile il blog. Suggerimenti sono ben voluti!
Al momento ho pensato di creare tante pagine per quanti "articoli" pubblicherò, lasciando questa pagina per i post di commento a quanto pubblicato.

Al momento penso che inserirò tutto il materiale pubblicato per il rotters, e qualche cosa che riservo solo per "noi".