domenica 23 settembre 2012

Piccolo addeddum su "La buona novella"

Ho inserito la mia descrizione della Buona Novella di De André.
Molte cose, per motivi di spazio, di estrema sintesi non sono apparsi in questo scritto.
La verità è che mi ricorda tante cose: con questo disco cominciai a fare attenzione ai testi.
Normalmente, e penso sia atteggiamento diffuso, il testo è sempre in secondo piano rispetto alla musica.
E fino all'ascolto di questo disco, anche io non sapevo cosa mi diceva quel Selling England by the pound che mi piaceva tanto o quell'Animals che tanto mi faceva compagnia mentre studiavo.

Da allora non solo mi sono avvicinato ai testi musicali, ma anche alla letteratura cominciando ad apprezzare quei dischi che dicevano "qualcosa" di interessante.
Inutile dire che i dischi di De André sono tutti, sotto questo aspetto, molto interessanti, ma ora quando ascolto un brano di qualsiasi lingua (anche kobaiano) non riesco ad apprezzare appieno la musica se non ho la comprensione del testo.

Già tutto questo fa capire quanto questo disco sia stato importante per me. Ma non ci si limita alla nascita di un interesse: questo disco per me è stato molto pedagogico.
La catechesi è stata rivista con la lente di questo disco e anche certi peccati, chiariti visto che per pudore l'unica cosa che diceva il sacerdote era "non ti toccare" senza neppure dare una spiegazione.

Poi ci sono i ricordi. Ormai comincio ad avere quell'età in cui certe cose diventano lontane e da rimpiangere anche se ricordo bene quanto sia  difficile l'infanzia. C'è il ricordo di mio padre in poltrona, di mia madre e di una vita e atmosfera che ora non c'è più per forza di cose.

Insomma questo disco è "Tanto". Mi farebbe piacere se vorrete leggere il mio scritto ed eventualmente lasciare un vostro commento.