Per poter parlare dell'ultima fatica della Maschera di Cera (MDC, da qui in avanti) è necessario rinfrescarsi la memoria sul concept da cui trae ispirazione che è quello di Felona e Sorona delle Orme. Direi che meglio delle parole di Aldo Tagliapietra e Tony Pagliuca non si possa proprio fare.
"Felona e Sorona": due
pianeti-fratelli distanti chissà quanti anni-luce
l'uno dall'altro gravitano nello stesso cosmo.
Fratelli ma diversi. L'uno: radioso di luce, affogato da sempre in letizia di pace e amore, con enormi bolle che galleggiano nel vento. L'altro un minuscolo coriandolo infelice e sempre buio, con la natura sfiorita, gli animali impazziti e gli esseri in uno stato abulico-vegetativo che vagano senza sorriso come fantasmi gravidi di fede e speranza. Ecco che l'Essere Supremo di fronte ai sudditi che lo hanno dimenticato ignorando quel tesoro, fonte di felicità, dirotta la cascata di luce che scaturisce dal suo sguardo verso il pianeta triste. Dove quell'umanità con la sua fauna scheletrita, la flora atrofizzata attende da sempre il luminoso miracolo, per uscire da questo incubo di buio-paura-silenzio e ritornare a vivere.
E per un brevissimo, impercettibile attimo in cui l'Essere Supremo fa ruotare il suo sguardo-luce, i pianeti fratelli si trovano entrambi innaffiati della potenza suprema di luce, amore e vita. Entrambi felici.
Fratelli ma diversi. L'uno: radioso di luce, affogato da sempre in letizia di pace e amore, con enormi bolle che galleggiano nel vento. L'altro un minuscolo coriandolo infelice e sempre buio, con la natura sfiorita, gli animali impazziti e gli esseri in uno stato abulico-vegetativo che vagano senza sorriso come fantasmi gravidi di fede e speranza. Ecco che l'Essere Supremo di fronte ai sudditi che lo hanno dimenticato ignorando quel tesoro, fonte di felicità, dirotta la cascata di luce che scaturisce dal suo sguardo verso il pianeta triste. Dove quell'umanità con la sua fauna scheletrita, la flora atrofizzata attende da sempre il luminoso miracolo, per uscire da questo incubo di buio-paura-silenzio e ritornare a vivere.
E per un brevissimo, impercettibile attimo in cui l'Essere Supremo fa ruotare il suo sguardo-luce, i pianeti fratelli si trovano entrambi innaffiati della potenza suprema di luce, amore e vita. Entrambi felici.
Ma il precario equilibrio dura lo
spazio di un sorriso e si infrange e svanisce col magico
incantesimo. Due forme di vita, due pianeti-fratelli si
ribaltano improvvisamente, nel gioco dell'impoderabile. E dal
diapason dell'attrito si annientano a vicenda.
Toni Pagliuca
Aldo Tagliapietra
Toni Pagliuca
Aldo Tagliapietra
Il concept originale l'ho sempre visto dal punto di vista morale: in un rapporto (che sia con l'Essere Superiore o con il patner) bisogna sempre dare e quando questo non avviene necessariamente il rapporto si interrompe. Vi è poi la visione della necessarietà del dolore: affinché l'equilibrio cosmologico venga mantenuto è necessario che un solo pianete sia illuminato dallo sguardo di Dio, se ciò non avviene, la natura (ovviamente nell'Universo creato dalle Orme) determina la distruzione dei due pianeti.
Ciò ovviamente in una visione semplicistica, poi si può approfondire a diversi piani di lettura, ma diciamo che per il concept a cui dedichiamo ora spazio ciò non è necessario.
I fatti narrati in "Le porte del domani" si innestono nella
“seconda parte” del concept delle Orme, subito dopo la canzone
“Sorona”.
Si dilata questa parte, con la relativa
originaria distruizione dei due pianeti, offrendone un finale
alternativo.
I “Feloniani”, persa la luce,
perdono anche la ragione, e immaginano che la colpa del loro
cambiamento di status sia dovuto a Sorona: innescano quindi una guerra
contro di loro. Nella mente della MDC è la guerra che poi porterà
alla distruzione entrambi i pianeti. Ma nella guerra, come si sa,
soccedono cose strane e un soldato di Felona si innamora di una donna
di Sorona. Lei capisce che è una guerra inutile e che a gestire il
tutto è un'entità superiore. E propone all'amante di fare un
viaggio mentale per andare a parlare direttamente con Dio della
situazione dei due popoli. Dio da parte sua è amareggiato in quanto
non capisce perché il suo gesto (quello di aver illuminato Sorona)
debba poi portare alla distruzione. Ma resta inerme allontanandosi da
chi lo prega di intervenire e restando di fatto ancora più solo.
Alla fine però, vede una soluzione
nell'amore dei due amanti: due opposti che si attraggono non possono
che essere, con il loro amore, testimonianza della possibilità di un
futuro diverso da quello che Lui stesso ha immaginato. Allora si
evolve in un essere di luce che irradia così entrambi i pianeti e
crea un essere nuovo dall'unione di Lui e Lei.
Le porte del domani, lo strumentale
finale, così , non narra come nell'originale la distruzione dei due
mondi ma la creazione di una nuova razza e il ritorno di lui e lei ai
due rispettivi pianeti ora uniti nel fato di essere felici (e quindi
non più in guerra).
Mi viene subito da dire: troppo
romanticismo.
Sono forse più un illuminista che un
romantico e quindi la soluzione proposta non mi piace molto.
Da buon illuminista poi, sono devoto
alla logica e quindi analizzando il concept sotto quest'aspetto si
ravvisano diversi problemi/incoerenze.
La prima è la guerra: nell'universo "ormesco", Felona è immersa da sempre nella gioia. Gli abitanti vivono
in bolle e la sera si riuniscono per far festa. Una società del
genere non ha la possibilità e la necessità di evolversi. La
scienza come la tecnologia non è utile. Anzi proprio per la loro
grande disattenzione rispetto a tutto, tranne che la loro letizia,
Dio li “punisce”. Ormai non pensano che a se stessi e non pregano
più “Colui che è fonte del loro benessere”.
Dall'altra parte, Sorona, non vive: gli
abitanti si trascinano senza meta, senza riuscire a coltivare una
terra inospitale. Sono avviliti e hanno solo il desiderio che tutto
finisca, che arrivi un “messia” che li salvi. Anche qui, di
“attrezzarsi” per una guerra ci sono pochi mezzi e possibilità.
Quindi una volta che Felona ha perso la
luce, la vedo difficile che si mette lì a belligerare con
chicchessia.
Certo qualcuno potrà dire che i tempi
non sono dati, che la “distruzione” narrata nel concept
originale, duri tantissimi anni e che quindi ci può essere
l'evoluzione necessaria per addivenire ad una guerra.
Se, però, leggiamo attentamente gli
avvenimenti originali, la distruzione dei due pianeti avviene quando
su entrambi i pianeti c'è la luce, anzi è proprio questo istante
che crea la distruzione in quanto “due rose gemelle non muoiono
insieme” cioè è necessario che alla gioia di uno corrisponda il
dolore dell'altro: questa è la dura legge messe dalle Orme
nell'universo di Felona e Sorona.
Il capovolgimento dei destini crea quell' "onda gravitazionale" o "diapason dell'attrito" che distrugge i due pianeti: gli abitanti non possono intervenire nella natura delle cose.
Quindi anche se l'istante durasse
millenni, entrambi non avrebbero necessità di guerreggiare.
Il secondo punto critico è nelle
decisioni del Dio.
Egli qui, si rende conto della
necessità dell'esistenza dei due opposti, ma come soluzione offre
la realizzazione di un nuovo (unico) essere e che entrambi i pianeti
vengano innaffiati del suo amore.
Per quanto detto anche prima ciò non
può avvenire nell'Universo ormesco, gli opposti devono esistere
affinché la natura faccia il suo corso.
In un tentativo di giustificazione di
quanto scritto, avevo pensato qualcosa di più complesso ma che nei
testi non è scritto: questo non vuol dire che non possiamo
immaginarcelo!
Dio forse si rende conto che l'unione
degli opposti possa generare un essere che possa decidere (libero
arbitrio?) quale natura possedere. Da qui la creazione di un unico
pianeta in cui ci sia sia Felona che Sorona, l'equilibrio assicurato
come per le calamite: anche se sezioni un magnete, c'è sempre un
positivo e negativo.
Forse, sebbene anche questa proposta è
criticabile (ma non sto qui a dilungarmi) potrebbe essere una
soluzione all'azione del Dio della MDC.
Pubblicizzato come la “continuazione”
di Felona e Sorona, sarebbe, quindi, più onesto dire che è una “rilettura”
del concept originario. Un peccato perché sarebbe potuto essere
veramente una continuazione, accettando la distruzione dei pianeti e
la necessaria creazione di altri due (Dio ha bisogno dei suoi
sudditi) dove le cose potevano andare diversamente in “memoria”
di Felona e Sorona.
Ma se si accettano le incongruenze descritte (che almeno per me sono incongruenze, ovviamente) il concept non è così male, anzi percorre il classico dei classici: l'amore che vince sul destino nefasto. Ne è pieno la letteratura!
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